Farmaci e sole: a volte incompatibili

Le reazioni di fotosensibilizzazione dovute a farmaci o componenti di diversa natura contenuti in prodotti cosmetici, sono un fenomeno che si manifesta con una frequenza sempre maggiore; non soltanto nel periodo estivo, per via dell’esposizione alla luce solare, ma anche in altri periodi dell’anno con l’utilizzo delle lampade abbronzanti. L’assottigliamento dello strato di ozono nell’aria, che fa arrivare più raggi UV sulla Terra anche quando è nuvoloso, e le caratteristiche ereditate da famiglia, influenzano molto questo problema.

 

Cos’è la Fotosensibilità?

Per fotosensibilità intendiamo una reazione esagerata a quantità di radiazioni solari normalmente innocue.

Clinicamente, queste reazioni eccessive si manifestano con le caratteristiche di una intensa scottatura con conseguenze che variano di persona in persona. Sono segni comuni: un eritema più o meno esteso e intenso, edema, prurito, papule e formazione di vescicole. Anche la comparsa di macchie cutanee scure  è molto comune; queste di norma possono regredire spontaneamente a distanza di qualche settimana all’esposizione solare, ma può capitare anche che restino visibili in modo permanente.

Normalmente questi sintomi si presentano nelle zone maggiormente esposte ai raggi solari, ma a volte possono essere estesi a tutto il corpo.

 

Uso di farmaci ed esposizione al sole: come reagisce il nostro corpo?

Quando le reazioni da esposizione al sole sono indotte dall’uso di farmaci possiamo distinguerle in due tipi, con caratteristiche differenti, anche se non sempre facilmente distinguibili per via di manifestazioni cliniche abbastanza simili; lo stesso farmaco può rendersi responsabile di entrambe le reazioni.

  • Reazioni Fototossiche se il farmaco – o un suo componente – assorbe l’energia dei raggi solari moltiplica la sua attività. L’energia incamerata viene trasferita alle cellule vicine, causando danni e creando sostanze nocive che possono attaccarsi alle cellule stesse o al loro DNA, provocando ulteriori problemi.
    Le manifestazioni sulla pelle, in questo caso, sono visibili pochi minuti o poche ore dopo l’esposizione solare, con le caratteristiche di una intensa scottatura, e tendono a risolversi nel giro di 2-4 giorni.
  • Le Reazioni Fotoallergiche sono meno frequenti e normalmente non si manifestano alla prima esposizione perché richiedono una particolare sensibilizzazione prima di mostrare gli effetti di una vera e propria allergia, con tutte le caratteristiche di una reazione antigene-anticorpo. Anche in questo caso, le reazioni si manifesteranno su persone predisposte.
    Una volta che l’organismo riconosce di dover stimolare una risposta immunitaria ad una sostanza estranea, da il via ad una serie di eventi a cascata che determinano gli effetti dell’allergia. L’eritema di una reazione fotoallergica ha un tempo di latenza di 24-48, fino a 72 ore. Una volta scatenata la risposta immunitaria, anche quantità piccolissime del farmaco ‘colpevole’ potranno nuovamente dar vita al fenomeno, a differenza delle reazioni fototossiche che dipendono dalla quantità del farmaco presente e dall’entità della luce solare a cui si è stati esposti.

La fotosensibilizzazione può essere indotta da farmaci applicati localmente, – creme, gel o cerotti – ma anche assunti per via sistemica – come ad esempio orale, o tramite iniezione -, dato che la circolazione porta comunque il farmaco anche a livello cutaneo, in quantità minore. Possono incidere e rivelarsi problematiche anche molecole contenute in profumi, lozioni dopobarba, deodoranti, di origine vegetale come ad esempio lavanda, lime, bergamotto, limone, legno di sandalo, o legno di cedro.

 

Quali sono i farmaci fotosensibilizanti?

Per quanto riguarda i farmaci, l’elenco di quelli potenzialmente fotosensibilizzanti è molto lungo e soggetto a continuo aggiornamento.

Possiamo comunque segnalare, tra le evidenze già note: contraccettivi orali, gli antinfiammatori comunemente chiamati FANS  come ketoprofene o nimesulide, antiaritmici, alcune classi di antimicrobici, ipoglicemizzanti orali, retinoidi, fenotiazine, antimicotici, immunosoppressori, alcuni tipi di diuretici, cortisonici, inibitori di pompa protonica.

In ogni caso, quando il farmaco può provocare fotosensibilizzazione, l’informazione è riportata nel foglio illustrativo.

 

Come evitare la fotosensibilizzazione?

Perché la fotosensibilizzazione da farmaci si manifesti è necessario che siano presenti contemporaneamente i due fattori scatenanti: un molecola sensibilizzante e la luce solare. Dunque, la regressione della reazione si può ottenere sia con la sospensione del farmaco, (non sempre possibile per ovvie ragioni terapeutiche), o attraverso una massima protezione nei confronti delle radiazioni.

La prima cosa da fare è limitare l’esposizione nelle ore di più intensa irradiazione ultravioletta – tra le 10 e le 15 -, indossare abiti chiari e coprenti, cappelli a tesa larga e protettivi solari ad altissima protezione.

Oggi, le protezioni solari in commercio devono rispondere a requisiti di massima sicurezza: affidandosi a prodotti di qualità sicuramente si garantisce un buon livello di protezione. Ovviamente, è bene applicare il solare ad intervalli frequenti e regolari, soprattutto dopo il bagno o in caso di sudorazione. I prodotti a bassa protezione devono essere applicati con maggiore frequenza rispetto a quelli con protezione più alta; ad ogni modo, almeno ogni ora, massimo due. I benzofenoni, che proteggono molto bene dal sole, si lavano via facilmente perché si sciolgono in acqua, dunque vanno applicati spesso.

L’acido Para-amino-benzoico (PABA) e i suoi derivati, che si trovano spesso nelle creme solari, possono causare reazioni allergiche a chi è allergico a certi medicinali, contenendo una sostanza chimica simile. Quindi, queste persone dovrebbero evitare i prodotti con PABA e scegliere quelli con ossibenzone e cinnamati.

I migliori protettivi solari sono quelli con ossido di zinco e biossido di titanio, che ora non lasciano più una patina bianca e spessa sulla pelle come facevano prima.

 

Dottor Gamberini Stefano
Farmacista presso AFM Farmacie Comunali Ferrara,
ora in pensione.